La ballerina e Giustiniano, l’imperatore di Bisanzio
“Dietro ad un grande uomo c’è sempre
una grande donna”, il detto si
addice bene al rapporto che si era instaurato tra Giustiniano, imperatore di Bisanzio e Teodora, la moglie di umili origini.
Giustiniano
era nato nel 482 nell’attuale Serbia, egli doveva la sua fortuna allo zio
Giustino che sarebbe diventato imperatore d’Oriente, rimase fedele consigliere
dello zio finché, il 4 aprile del 527
prese il suo posto e diventò imperatore.
Negli anni della giovinezza, lo zio gli aveva assicurato una solida formazione
giuridica e l’avvio alla carriera burocratica che gli aveva consentito di
entrare in contatto con importanti personaggi della politica e della religione.
Giustiniano era un uomo dalla personalità
complessa, vanitoso, orgoglioso, instancabile lavoratore e sostenitore della fede cristiana, il suo
obiettivo più grande era l’unificazione dell’impero d’Occidente (ormai
smembrato dalle invasioni dei barbari) con l’impero d’Oriente, per dare
stabilità all’impero che lui desiderava ricostruire, egli sapeva che esso doveva essere sicuro
all’interno (grazie anche ad una buona organizzazione amministrativa e al
rispetto delle leggi) e forte all’esterno. Giustiniano fu anche un sostenitore
dell’arte e della cultura che dovevano esprimere la prosperità e la potenza
dell’impero. Il suo nome è comunque legato non solo al Corpus Iuris Civilis (raccolta di norme giuridiche e fonte
principale della legislazione degli Stati europei nell’età moderna) ma anche a
quello della moglie, Teodora, donna
di eccezionale bellezza e fascino, ciò nondimeno anche risoluta e dalla forte
personalità che condivise il potere insieme al marito, non solo formalmente.
Nel 532 prese il via dall’ippodromo la rivolta
di Nika contro Giustiniano, metà della città venne incendiata e il palazzo
dell’imperatore venne assediato, l’imperatore era intenzionato a fuggire, ma
Teodora lo fermò affermando ” Non è terribile che un imperatore diventi un
fuggiasco, se vuoi metterti in salvo con la fuga, imperatore, naturalmente puoi
farlo, tuttavia, per quanto mi riguarda, io terrò fede al vecchio detto secondo
cui la porpora è un lenzuolo funebre" (Procopio, La guerra persiana). Spinti
da questa forza d’animo, Giustiniano e il suo seguito passarono all’azione e
domarono la rivolta.
Teodora
proveniva da una famiglia di umili
origini, il padre ammaestrava gli orsi all'Ippodromo di Costantinopoli,
alla sua morte la madre vedova avviò la figlia Teodora alla carriera di teatro
divenendo ballerina, un mestiere che per la mentalità dell’epoca era analogo a
quello della prostituta. Procopio, storico contemporaneo, raccontava che
Teodora era bella, intelligente e si esibiva in scene comiche e in
atteggiamenti lascivi.
Sicuramente Procopio che era noto per l’ostilità verso
l’imperatrice, ha esagerato nel raccontare il suo passato peccaminoso, ma non
vi sono dubbi sulla dissolutezza di Teodora. La situazione cambiò quando il governatore della Libia si invaghì di
Teodora che all’epoca aveva diciotto anni, la allontanò dalle scene, ma il loro
rapporto non durò a lungo e quando lui la lasciò, lei si avvicinò al mondo
religioso. A 22 anni tornò a Costantinopoli e qui grazie all’aiuto di un ballerino di Antiochia conobbe
Giustiniano (che aveva venti anni più di lei) che si innamorò perdutamente di
lei fino al punto di volerla sposare. Ma la legge vietava ai membri dell’ordine
senatorio di sposarsi con le donne di spettacolo, Giustino allora modificò la
legge e Giustiniano si poté sposare con Teodora. Sempre accanto a Giustiniano,
nei ritratti ufficiali, nelle iscrizioni, nei mosaici, Teodora era in grado di
trattare questioni politiche ed amministrative. Inoltre usò il suo potere per
liberare le donne dal schiavitù della prostituzione, dichiarando lo
sfruttamento della prostituzione un reato punibile dalla legge. L’imperatrice
morì nell’anno 548 mentre Giustiniano regnò per altri diciassette anni.
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