Lettera d’amore di Manon Balletti a Giacomo Casanova
Il
grande seduttore Giacomo Casanova dopo la fuga dai “Piombi di Venezia”, il
carcere in cui venne rinchiuso con l’accusa di “disprezzo pubblico della Santa
Religione”, venne accolto nel 1757
a Parigi dalla famiglia Balletti. Giacomo soggiornò per molto
tempo presso questa famiglia ed ebbe l’occasione di conoscere bene la figlia
Maddalena detta Manon. A diciassette anni la ragazza divenne la fidanzata
ufficiale di Giacomo, la relazione durò circa tre anni, la giovane era molto
presa dal suo fidanzato ed arrivò persino a scrivergli tre lettere al giorno. Dopo
la morte di Casanova furono rinvenute quarantuno lettere scritte di suo pugno e
ritrovate a Dux.
Il
tono delle lettere è omogeneo, Manon raccontava piccoli fatti quotidiani rapportati
alla sua relazione con Giacomo, frasi affettuose e dichiarazioni d’amore. A soli
quattro mesi dall’ultima lettera, Manon stanca di aspettare Casanova, ruppè il
fidanzamento e si sposò a vent’anni con l’architetto Blondel, all’epoca
cinquantacinquenne.
Domenica a mezzanotte Mi rendo sempre
più conto della tenera amicizia che provo per voi, mio caro Casanova; ora più
che mai. La vostra lontananza mi dà un grande dolore che non so esprimere a
parole. Sono cosi accasciata da non averne la forza. Non so rassegnarmi alla
triste idea che siate lontano da me, che per due interi mesi non vi potrò
vedere e non avrò neppure vostre notizie. Queste melanconie mi opprimono, mi
gelano il cuore. Non devo pensarci; ahimè!, mio caro amico, se lo facessi mi
priverei della gioia di testimoniarvi la mia amicizia. Caro amico, mio fratello
sta partendo, ogni consolazione mi è tolta, immaginate come mi sento. Vi amo
non posso più negarlo (che questa confessione serva a far crescere il vostro
amore e a non insuperbirvi, di che utilità vi sarebbe?). Dunque, vi amo, vi ho
visto partire con la paura che afferra un cuore quando è sul punto di perdere
ciò che ama; ho dovuto soffocarlo il mio dolore, nasconderlo a un mucchio di
curiosi che sembravano scrutarmi con sguardi penetranti, cattivi; ah! Che
terribile momento; solo la notte mi ha dato un po’ di sollievo, mi sono messa a
letto più per pensarvi senz’essere spiata che per dormire, per poter piangere
tutta sola, senza intrusi, quelle lacrime che tanto a lungo trattenute, poi non
si volevano più asciugare. Ho letto e riletto la vostra cara lettera; mi
chiedete di essere allegra, ma come potrò mai farlo se siete lontano ? Se mi
amate, mio caro, non dovreste proprio risentirvi. Cosi non potrete certo
accusarmi d’essere incostante, non credo proprio d’esserlo e specialmente con
voi. Sapeste quanto mi è cara la vostra lettera ! la rileggo ogni volta che
posso, non l’abbandono mai, né di giorno né di notte, è la mia compagna di
tristezza cosi come spero che il mio cuore sia il vostro compagno di viaggio;
possiate sempre voler bene al vostro piccolo compagno, cosi come io vorrò bene
per l’eternità a tutto ciò che vi appartiene. Possiate sempre amarmi; oso dire,
dovete amarmi, fosse soltanto per riconoscenza ! Addio, mio amatissimo
Casanova, questa notte, forse, sarà meno dolorosa dell’altra perché vi ho
scritto ed è già una piccola consolazione; - ma ahimè!- solo a pensare che
possiate non rispondermi io… ma sarebbe peggio se dovessi sapere che non
riceverete la mia lettera, allora mi vedrei tolta anche l’estasi che provo
scrivendovi, tutto il mio dolore riaffiorerebbe, le mie lacrime continuerebbero
a sgorgare come prima. Dio mio ! perché il mio cuore è tanto sensibile ! Vi
scongiuro… scrivete a casa mia, fatemi sapere che avete ricevuto la mia
lettera, liberatemi dal dubbio. Addio, mio solo amico; addio, amatemi sempre.
Sappiate che non cambierò mai e che solo il vostro ritorno potrà farmi felice.
Mi pare di non avervi visto, ormai, da un intero mese(magari) Addio, trattate
bene il vostro piccolo compagno; coccolatelo sempre. E proprio vostro. Manon
Manon Balletti
Fonte: www.letteredamorediognitempo.blogspot.it
e www.wikipedia.it
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