La leggenda di Loreley
Loreley
è una rupe alta 132 metri a strapiombo che
si trova sulla valle media-superiore del Reno presso St. Goarshausen. In questo
tratto il Reno ha una larghezza di circa 113 metri , ma arriva fino
ad una profondità di 25
metri , queste caratteristiche rendono Loreley uno luogo
di mortale pericolosità. I poeti
romantici furono attratti dalla bellezza naturale di Loreley e dal pericolo
costante che suscitava ai naviganti al punto tale da personificare la rupe in
una sirena che con il suo canto melodioso confondeva i marinai.
L’incantatrice
pur presentandosi come una fanciulla indifesa, in realtà ha un forte legame con
il mondo della morte.
Il
poeta Clemens Brentano nella sua
ballata “Die Lore Lay (1802)”, descriveva le arti magiche pratica
dall’incantatrice che con la sua bellezza riusciva a far innamorare di sé
chiunque la vedesse fino al punto di confonderli e condurli alla morte.
Brentano descrive la ninfa come una donna sola che se da un lato era straziata per
la perdita del suo amato dall’altro soffriva per la propria bellezza fatale.
Chiunque la scorgeva, rimaneva incantato dalla sua avvenenza e se ne
innamorava, ma non potendo essere ricambiato era condannato a soffrire per
amore e a morire di disperazione.
L’incantatrice
ad un certo punto per farsi punire si era consegnata al vescovo, che
invece di darle una dura pena come lei si aspettava, attratto dalla sua
bellezza, scelse di rinchiuderla in convento. Nel percorrere il tratto di
strada che portava al convento, la donna guardando il fiume Reno, pensò di
vedere la nave del suo amato, ed in un istante si gettò dalla rupe, seguita dai
tre cavaliere che la stavano scortando.
Nel
1823 il poeta Enrico Heine compose
la poesia di Loreley, che racconta l’incontro mortale con questa fanciulla.
Io
non so che voglia dire
che son triste, così triste.
Un racconto d'altri tempi
nella mia memoria insiste.
Fresca è l'aria e l'ombra cala,
scorre il Reno quetamente;
sopra il monte raggia il sole
declinando all'occidente.
La bellissima fanciulla
sta lassù, mostra il tesoro
dei suoi splendidi gioielli,
liscia i suoi capelli d'oro.
Mentre il pettine maneggia,
canta, e il canto ha una malia
strana e forte che si effonde
con la dolce melodia.
Soffre e piange il barcaiolo,
e non sa che mal l'opprima,
più non vede scogli e rive,
fissi gli occhi ha su la cima.
Alla fine l'onda inghiotte
barcaiolo e barca...Ed ahi!
Questo ha fatto col suo canto
la fanciulla Lorelei.
che son triste, così triste.
Un racconto d'altri tempi
nella mia memoria insiste.
Fresca è l'aria e l'ombra cala,
scorre il Reno quetamente;
sopra il monte raggia il sole
declinando all'occidente.
La bellissima fanciulla
sta lassù, mostra il tesoro
dei suoi splendidi gioielli,
liscia i suoi capelli d'oro.
Mentre il pettine maneggia,
canta, e il canto ha una malia
strana e forte che si effonde
con la dolce melodia.
Soffre e piange il barcaiolo,
e non sa che mal l'opprima,
più non vede scogli e rive,
fissi gli occhi ha su la cima.
Alla fine l'onda inghiotte
barcaiolo e barca...Ed ahi!
Questo ha fatto col suo canto
la fanciulla Lorelei.
Fonte: http://www.viaggio-in-germania.de
e cav.unibg.it/elephant_castle
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