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La ninfa Dafne e il Dio Apollo, l’amore non corrisposto

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  "Apollo l'ama, e abbraccia la pianta come se fosse il corpo della ninfa; ne bacia i rami, ma l'albero sembra ribellarsi a quei baci. Allora il dio deluso così le dice: "Poiché  tu non puoi essere mia sposa, sarai almeno l'albero mio: di te sempre, o lauro, saranno ornati i miei capelli, la mia cetra, la mia faretra". Ovidio, Metamorfosi (I, 555-559) Il mito di  Dafne e Apollo  assume oggi una sconcertante attualità, il dio protettore di tutte le arti non riusciva a  frenare la sua passione  per la ninfa Dafne, figlia del fiume Peneo  e di Gea che non lo ricambiava. Dafne era una bellissima giovane che amava la  libertà , consacrata alla vergine Artemide amava vagare per i boschi e occuparsi di caccia. Secondo il mito, Apollo continuava a deridere  Eros  perché avendo ucciso un enorme serpente Pitone si considerava più bravo di lui nell’uso dell’arco, il dio Eros ferito dalle parole di Apollo decise di  vendicarsi .  Il dio dell’Amore  tirò una  freccia  di

Il mito della ninfa Ametista

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L’ametista è un quarzo dai toni violacei, molto utilizzato in gioielleria per creare gioielli e sigilli. Il significato del termine ametista deriva dal greco améthystos che significa "non ebbro, colui che non si ubriaca". Ma il mito ci racconta che in principio Ametista fosse una bellissima ninfa , che aveva attirato le attenzioni di Dionisio, il dio del vino. La giovane non apprezzava il suo interesse e per difendersi dalle insistenze del pretendente chiese aiuto a Diana , dea protettrice degli animali e delle donne, che la trasformò in un limpido cristallo. Dionisio adirato per la trasformazione della ninfa da lui tanto desiderata, versò sul cristallo una coppa di vino che conferì alla pietra quel caratteristico colore viola. In ricordo della ninfa Ametista, il dio donò alle pietre purpuree  la capacità di proteggere dagli effetti del vino. I Romani alimentarono ulteriormente la leggenda, infatti nell’antica Roma esisteva un codice di comportamento che prevedeva