Coppie celebri: Tristano e Isotta, l’amore fatale fondato sul dolore


“ Tristano e Isotta non si amano... ciò che essi amano è l'amore e il fatto stesso d'amare. Ed agiscono come se avessero capito che tutto ciò che si oppone all'amore lo garantisce e lo consacra nel loro cuore, per esaltarlo all'infinito nell'istante dell'abbattimento dell'ostacolo che è la morte “

(Denis De Rougemont)

La storia d’amore tra Tristano e Isotta è uno dei più famosi miti nati nel Medioevo, la sua  origine è celtica. Il romanzo è stato rielaborato più volte da un gran numero di autori, ma gli elementi fondamentali della storia sono rimasti immutati: l’amore adulterino, nato per sbaglio, tra il cavaliere Tristano e la bionda principessa d’Irlanda Isotta e la loro tragica morteE’ un amore peccaminoso ma allo stesso tempo irrinunciabile, che si conclude solo con la morte degli amanti.



Tristano è allevato da suo zio il re Marco di Cornovaglia, divenuto giovane, egli decide di liberare la Cornovaglia dalla sottomissione al re d’Irlanda, perciò, parte per l'Irlanda, dove riesce a uccidere il gigante Morholt, fratello del re, ma viene tuttavia ferito con un colpo di spada avvelenato. Tristano viene curato dalla figlia del re, Isotta, che non sa che egli ha ucciso suo zio, il giovane una volta guarito, torna in Cornovaglia.


Il re Marco pressato a sposarsi al fine di garantire al trono una successione, decide di prendere per moglie colei a cui appartiene un capello d'oro, portato dal mare da un uccello. Tristano, ricordandosi di Isotta, parte per l'Irlanda, ma, appena arrivato, deve combattere contro un drago, riesce ad  ucciderlo, ma viene ferito, e, ancora una volta, curato da Isotta, che si accorge allora che egli è colui che uccise il Morholt. La donna rinuncia a vendicarsi ed accoglie la richiesta di sposare Marco, re di Cornovaglia e zio di Tristano, per sanare le rivalità tra i due regni. Si imbarca dunque con Tristano verso la Bretagna. La notte delle nozze Isotta e Marco avrebbero dovuto bere un filtro d’amore, preparato dalla madre di lei, che sarebbe servito a far innamorare per sempre gli sposi. 


Ma le cose non vanno come da programma, infatti la pozione è bevuta per errore da Tristano che, ne offre anche ad Isotta. Così i due si innamorano perdutamente, ma Isotta sposa tuttavia re Marco, facendosi sostituire da Brangania per la consumazione del matrimonio. Dopo mesi di amori clandestini, di trucchi e menzogne, i due amanti vengono scoperti: Tristano è condannato a morte e Isotta destinata ai lebbrosi, tuttavia riescono a fuggire e si rifugiano nella foresta. Un giorno il re li sorprende mentre dormono nel bosco con i corpi separati dalla spada di Tristano, il re commosso da questo segno di innocenza richiama a corte Isotta e manda in esilio Tristano. Tristano si reca in Bretagna dove sposa Isotta dalle Bianche mani, con la quale tuttavia non consuma il matrimonio. Il giovane pensa sempre a Isotta la Bionda e fa più volte ritorno alla corte dello zio, travestendosi da pellegrino o da folle per rivederla.



Durante una spedizione viene ferito gravemente, Tristano capisce che solo Isotta la Bionda può guarirlo e la manda a chiamare, chiedendo che vengano messe vele bianche alla nave con cui verrà, se lei accetta di venire, e vele nere se si rifiuta. Isotta accetta, ma la sposa di Tristano, avendo scoperto il loro amore, gli dice che le vele sono nere. Credendosi abbandonato da Isotta, Tristano si lascia morire. La donna, arrivata troppo tardi presso di lui, muore di dolore a sua volta. Isotta dalle Bianche Mani, pentita per le tragiche conseguenze della sua menzogna, rimanda i corpi in Cornovaglia, facendoli seppellire insieme.


Il mito si interroga sulle cause e sulle conseguenze dell'amore, inquadrato in una società di cui trasgredisce tutte le leggi razionali, morali e sociali. Nelle prime versioni della leggenda, il mito si presenta in modo inevitabile come incarnazione di un ideale amoroso, quello dell'amore fatale fondato sul dolore; fin dall’inizio esso si connota negativamente: mette in scena l'adulterio, l'incesto, il tradimento del legame feudale; qualsiasi vita gli amanti scelgano (all'interno della società, costretti a continue menzogne e travestimenti; all'esterno della società, durante la vita nella foresta; separati), essi falliscono e sono condannati all'infelicità; l'unica via d'uscita possibile per loro è la morte.


Il grande musicista tedesco dell’800, Richard Wagner ebbe il merito d’aver immortalato anche in musica, facendone il suo capolavoro, il mito di Tristano e Isotta. Al mito dei due amanti si sono ispirati anche molti film, ricordiamo “Tristano e Isotta” film del 2006 diretto da Kevin Reynolds, con James Franco e Sophia Myles.



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