Gabrielle Russier e Christian Rossi, un amore contrario alle convenzioni sociali
Avevano
violato le convenzioni sociali, quelle regole non scritte che permettono alla
società di condizionare la scelta del
partner e che fanno del pregiudizio per il diverso un sistema per
perpetuare le “tradizioni”; le differenze di età, di classe sociale, di
religione, di razza, ecc…mettono in discussione gli equilibri raggiunti dalla
nostra società.
Gabrielle Russier era nata nel febbraio del 1937, professoressa di
lettere lavorava presso il liceo Nord di Marsiglia, aveva due figli ed era
divorziata dal marito.
Christian
aveva 16 anni, era il maggiore di
tre figli, e frequentava il secondo anno al liceo Nord di Marsiglia. Nella
primavera del 1968 nasceva il loro controverso
amore, Gabrielle era un’insegnante apprezzata dai suoi studenti che era
riuscita ha stabilire un buon dialogo con i suoi allievi.
Parteciparono entrambi alle manifestazioni
post maggio 1968 e passarono dalle discussioni pubbliche ai dialoghi intimi, tra
i due sbocciava l’amore e diventarono
amanti. A giugno i genitori del minore, entrambi professori universitari,
vennero a conoscenza di questa relazione, si opposero e tentarono di allontanare il
figlio, ma il giovane tornava sempre da Gabrielle, i genitori di conseguenza denunciarono la professoressa per
sottrazione di minore, mentre Christian
veniva mandato in Germania e poi sui Pirenei. Il 14 aprile 1969 la donna venne rinchiusa nel carcere delle Baumettes,
dove rimase fino al 14 giugno, l’11 luglio venne
processata a 12 mesi, la pena rientrava nel quadro della legge di amnistia, ma
il procuratore della Repubblica intervenne per domandare tredici mesi non
amnistiabili. La giovane donna era disperata ed umiliata, mentre nel frattempo
la determinazione di Christian nei confronti della loro relazione si stava affienendo e lei si sentiva sola. Il
processo per l’appello fu rinviato ad ottobre, ma Gabrielle logorata nell’animo
e nel fisico non riuscì a resistere, il 1° settembre si uccise, il suo corpo venne ritrovato dal vicino di casa,
attirato in casa da un forte odore di gas.
A
“l’affaire Gabrielle Russier” si è ispirato il film “Morire d’amore” del 1971 che ebbe grandi consensi in Francia.
Fonte:
www.navecorsara.it,
www.rosaparatiello.wordpress.com,
foto:www.parismatch.com
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